Il Consiglio di Stato, accogliendo le istanze del Ministero dell’Interno e di Federalberghi, ha annullato definitivamente la sentenza del TAR Lazio del 27 maggio scorso che aveva sospeso l’efficacia della circolare del Viminale sul riconoscimento de visu degli alloggiati.
E RIBADISCE L’OBBLIGO
DEL RICONOSCIMENTO DE VISU DEGLI ALLOGGIATI
BOCCA: L’IMPEGNO DEGLI ALBERGATORI
PROMUOVE LA SICUREZZA DELLA COMUNITA’
Il Consiglio di Stato, con sentenza del 21 novembre 2025, accogliendo le istanze del Ministero dell’Interno e di Federalberghi, ha annullato definitivamente la sentenza del TAR Lazio del 27 maggio scorso che aveva sospeso l’efficacia della circolare del Viminale sul riconoscimento de visu degli alloggiati.
La decisione del massimo organo di giustizia amministrativa ribadisce dunque che i gestori di tutte le strutture ricettive, incluse le unità immobiliari destinate alle locazioni brevi, oltre a ricevere il documento d’identità dell’ospite e a trasmetterlo all’autorità di pubblica sicurezza, devono effettuare il riconoscimento delle persone alloggiate verificando di persona la corrispondenza tra il titolare del documento e l’effettivo ospite della struttura.
Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, ricorda che “questa procedura contribuisce a elevare in maniera significativa i livelli di sicurezza, a vantaggio sia degli ospiti delle strutture ricettive sia della cittadinanza, a partire dalle persone che subiscono i disagi derivanti dall’abitare nei palazzi in cui si registra un continuo viavai di persone sconosciute, dirette agli appartamenti affittati ai turisti”.
“Il riconoscimento de visu degli alloggiati - prosegue Bocca - comporta un impegno che gli albergatori (così come i gestori di residence, bed and breakfast, affittacamere e campeggi) assolvono da sempre con grande senso civico, consapevoli delle ricadute positive di cui beneficia tutta la comunità, come dimostrano i recenti casi in cui sono stati individuati e catturati pericolosi malviventi”.
Federalberghi è intervenuta nel giudizio a seguito di un decreto del Presidente del Consiglio di Stato che ha sollevato, d’ufficio, un’eccezione di possibile inammissibilità del ricorso primo sul quale si è espresso il TAR, in quanto il contraddittorio instaurato nel giudizio di primo grado si profilava prima facie non integro senza il coinvolgimento di un ente associativo rappresentativo del settore della ricettività alberghiera.
DUE FOCUS SUL RICONOSCIMENTO DEGLI ALLOGGIATI
Nel corso del giudizio d’appello presso il Consiglio di Stato, il Ministero dell’Interno ha evidenziato il ruolo determinante che può assumere, in termini di prevenzione di eventuali minacce, la verifica della corrispondenza tra la persona recata nel documento d'identità e quella che effettivamente entra nella struttura alloggiativa.
Di seguito sono elencati alcuni casi recenti in cui grazie al riconoscimento degli alloggiati sono stati individuati e catturati pericolosi malviventi.
Inoltre, un’analisi svolta dal dipartimento legale di Federalberghi evidenzia che l’obbligo di riconoscere gli alloggiati è presente nell’ordinamento italiano sin dall’epoca preunitaria, in forza di una tradizione giuridica consolidata le cui radici affondano nella storia.
alcuni casi recenti in cui grazie al riconoscimento degli alloggiati
sono stati individuati e catturati pericolosi malviventi
Grazie al sistema alloggiati web, le forze dell’ordine dispongono di uno strumento efficace per individuare e catturare pericolosi malviventi.
Il Ministero dell’Interno, nel corso del giudizio d’appello presso il Consiglio di Stato, ha riferito quanto accaduto il 3 settembre 2025 a Viterbo, quando la Polizia di Stato ha proceduto all'arresto di due cittadini turchi che alloggiavano in un B&B, trovati in possesso di armi da fuoco, che erano state occultate nella stanza occupata.
L'operazione di polizia, condotta in concomitanza della nota manifestazione religiosa denominata "processione della Macchina di Santa Rosa", si è avvalsa della segnalazione del titolare della struttura alloggiativa, insospettito proprio dal fatto che uno dei due stranieri avesse inviato attraverso whatsapp la carta d'identità che ritraeva un individuo non corrispondente a quello poi effettivamente presentatosi sul posto.
Secondo il Ministero, dalla declinazione dell'episodio si evince il ruolo determinante che può assumere, in termini di prevenzione di eventuali minacce, la verifica della corrispondenza tra la persona recata nel documento d'identità e quella che effettivamente entra nella struttura alloggiativa.
Quello segnalato dal Viminale è solo uno dei tanti casi in cui il sistema alloggiati web ha dimostrato la propria efficacia.
Il Centro studi di Federalberghi ha redatto una rassegna di ulteriori casi recenti relativi a fatti direttamente riconducibili all'ambito di applicazione della circolare che è stata confermata dal Consiglio di Stato.
Perugia, 10 giugno 2025
Latitante catturato a seguito di alert pervenuto al sistema “alloggiati web”. E’ stato individuato all’interno di un hotel, deve scontare 2 anni, 9 mesi e 29 giorni di reclusione.
https://www.lanazione.it/umbria/latitante-catturato-in-albergo-a-perugia-era-rientrato-dalla-spagna-per-un-matrimonio-e27e05b8
Jesolo, 31 luglio 2025
Fuori dalla cella, li ritrovano liberi a godersi il mare: scatta il blitz in albergo. Un moldavo 35enne già condannato a più di tre anni per furti e rapine. Un 44enne italiano con un anno di pena per truffe.
https://www.veneziatoday.it/cronaca/controlli-alberghi-jesolo-due-arresti-polizia-commissariato-ordine-carcerazione-mandato-europeo.html
Montecatini, 9 agosto 2025
Arrestato un quarantenne rumeno, rintracciato grazie al sistema ’Alloggiati Web’, la banca dati relativa agli alloggiati nelle strutture ricettive. L’uomo, ricercato dagli inizi del 2022 per scontare una pena, in seguito a una condanna per il reato di furto aggravato, si trovava in una struttura ricettiva.
https://www.lanazione.it/montecatini/cronaca/si-registra-in-albergo-la-ed577942
Brescia, 18 agosto 2025
Era ricercato da oltre nove mesi ed è finito in manette in un albergo della città. A suo carico condanne per vari reati, dallo spaccio di sostanze stupefacenti all’evasione, dalla resistenza a pubblico ufficiale fino all’immigrazione clandestina e al reingresso illecito in Italia.
https://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/25_agosto_19/latitante-da-quasi-un-anno-individuato-in-un-albergo-in-citta-arrestato-3117635f-6d89-4ac6-8160-7563f2750xlk.shtml?refresh_ce
Sirmione, 2 settembre 2025
È stata la registrazione in un albergo di Sirmione a tradire, e quindi far arrestare, un 54enne polacco ricercato dalle autorità inglesi per i reati di evasione fiscale e riciclaggio e colpito da un mandato di arresto europeo.
https://www.giornaledibrescia.it/cronaca/ricercato-riciclaggio-inghilterra-arrestato-sirmione-y2jo8qry
Roma, 4 settembre 2025
Arrestato narcotrafficante olandese ricercato in campo internazionale. Il suo “check in” non è sfuggito ai canali di monitoraggio della Questura di Roma.
https://questure.poliziadistato.it/it/Roma/articolo/173368b940807a034323034212
Brescia, 1° ottobre 2025
Un uomo di 33 anni, latitante da oltre quattro anni, è stato arrestato dalla Polizia di Stato in un albergo. L'uomo doveva scontare una pena definitiva di 3 anni e 7 mesi per reati contro il patrimonio, frode e spaccio di sostanze stupefacenti. La cattura è stata resa possibile grazie alla registrazione del soggetto presso la struttura ricettiva.
https://www.bresciatoday.it/cronaca/brescia-arrestato-albanese-latitante.html
Napoli, 3 ottobre 2025
La Polizia di Stato ha fermato un uomo presso un hotel nella zona di Capodichino. Si tratta di un 25enne di origini siriane gravemente indiziato di ricettazione, utilizzo di documento valido per l’espatrio provento di furto, sostituzione di persona e possesso di documenti falsi nell’uso e false attestazioni a Pubblico Ufficiale sull’identità personale.
https://questure.poliziadistato.it/it/Napoli/articolo/342368e386c1cb512182431192/
le origini storiche dell’obbligo di riconoscere gli alloggiati
L’obbligo di effettuare il riconoscimento delle persone alloggiate nelle strutture ricettive, oggi sancito dall’articolo 109 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (regio decreto 18 giugno 1931, n. 773), è presente nell’ordinamento italiano sin dai suoi albori.
Se ne trova traccia nell’articolo 42 della legge del Regno di Sardegna n. 3720 del 13 novembre 1859, ai sensi del quale "chiunque dà alloggio a persona di altri Stati, ancorché a titolo gratuito, deve consegnarne il nome e prenome, la patria, la provenienza e direzione, colle indicazioni delle carte di cui sia munita. Tale consegna deve essere fatta all'Autorità locale di pubblica Sicurezza entro le 24 ore."
Il precetto, inizialmente circoscritto ai cittadini stranieri, fu esteso a tutte le persone alloggiate con l’articolo 47 dell’allegato B della legge 20 marzo 1865, n. 2248, approvata poche settimane dopo che la capitale si era trasferita da Torino a Firenze, che - nel disciplinare l'unificazione amministrativa del Regno d'Italia - stabiliva che gli albergatori, gli osti, i locandieri e le persone che affittano camere ed appartamenti mobiliati o forniscono presso di sé alloggio per mercede per un tempo minore di un trimestre “devono, entro 24 ore, denunziare all'uffizio locale di pubblica sicurezza l'arrivo e la partenza delle persone cui avranno dato alloggio, trasmettendogliene un elenco conforme al modulo determinato con regolamento”.
Il principio fu poi ribadito nel 1889, con l’articolo 61 del regio decreto n. 6144, secondo il quale “gli albergatori, i locandieri e coloro che danno alloggio per mercede, devono tenere un registro delle persone alloggiate e notificarne giornalmente all'autorità locale di pubblica sicurezza l'arrivo e la partenza, nei modi che saranno stabiliti dal regolamento.”
Ma le radici della norma affondano nella storia molto più antica, come testimonia la letteratura, che racconta le stringenti normative di pubblica sicurezza in vigore nel Ducato di Milano del Seicento e nella Repubblica di Venezia del Settecento.
Nel primo atto de La Locandiera, commedia di Carlo Goldoni scritta nel 1753, all’arrivo di Ortensia alla locanda (scena XIX), il cameriere Fabrizio le dice: “Noialtri locandieri siamo obbligati a dar il nome, il casato, la patria e la condizione di tutti i passeggieri che alloggiano alla nostra locanda. E se non lo facessimo, meschini noi.”
Nel capitolo XIV dei Promessi Sposi, romanzo storico di Alessandro Manzoni scritto nel 1825 e ambientato nel 1628, all’Osteria della Luna Piena, l’oste dice a Renzo: “Noi siamo obbligati a render conto di tutte le persone che vengono a alloggiar da noi: noi siamo obbligati a render conto di tutte le persone che vengono a alloggiar da noi: nome e cognome, e di che nazione sarà, a che negozio viene, se ha seco armi... quanto tempo ha di fermarsi in questa città...”.
Tornando alle fonti giuridiche, si trova traccia dell’obbligo in una Grida emanata il 16 aprile 1583 dal Governatore di Milano, Carlo d'Aragona Tagliavia, nella quale si afferma “Tutti gli osti tavernieri, e altre persone che in questa città di Milano e nelle dette altre città terretengono Hostarie, Taverne, Camere locande, luoghi di qualsivoglia maniera, dove ospitano, e alloggiano, e siano forestieri viandanti, e ospiti, ogni notte, giorno per giorno, diano lista, notizia, e relazione particolare delle persone che alloggiano in sue case, Hostarie, Taverne, Camere locande, ò altri qualsivoglia luoghi, dove staranno, specificando il nome e di che nazione sarà il tale forestiero, e se viene con armi o senza esse, e se conduce o no cavalli: la quale notizia e relazione comanda S. Ecc.”
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